Foto: Angelo Mostacchi

Posta sulla riva sinistra del fiume Lamone, a metà strada tra Imola e Forlì, lungo il principale asse di comunicazione dell’Emilia-Romagna – la via Emilia -, Faenza è nota in tutto il mondo per le sue ceramiche, tanto che “Faïence” è divenuto sinonimo di maiolica.

La ceramica, sicuramente una delle arti più antiche, si affermò a Faenza, grazie anche al terreno ricco di argilla, in particolare nel Medioevo, quando la città diventò un centro di primaria importanza. Fin da questa prima fase i manufatti di argilla grezza venivano sottoposti dagli artigiani ai due processi di rivestimento che ne avrebbero consentito in seguito la decorazione: l’ingobbiatura, cioè un leggero strato di argilla candida reso impermeabile da un velo di vernice e decorato mediante incisione con un chiodo, e, a seguire, la smaltatura, con la tipica decorazione a pennello (maiolica).

Nel periodo rinascimentale a Faenza vi erano 30 fabbriche che ne decretarono la fama.

Nel 1963, dopo un periodo di crisi a seguito della diffusione delle porcellane orientali, la famiglia Ferniani rilevò l’unica grande fabbrica superstite decretando la rinascita di questa arte a Faenza. La presenza della manifattura Ferniani fu determinante sia per l’evoluzione del gusto, sia per la sperimentazione di nuove tecniche come quella del “piccolo fuoco” che consentiva l’uso di tonalità cromatiche che un’alta temperatura non avrebbe permesso di fissare.

Foto: Gianni Careddu

La chiusura della manifattura Ferniani nel 1893 determinò una nuova crisi nell’arte ceramica, sebbene altre fabbriche fossero attive unite ad alcuni artisti prestigiosi.

Nel 1908 venne inaugurato, ad opera di Gaetano Ballardini, il Museo Internazionale delle Ceramiche, cui si affiancarono successivamente importanti iniziative collaterali come la fondazione della rivista specializzata Faenza, la nascita dell’Istituto d’Arte per la Ceramica G. Ballardini, il Concorso Internazionale della Ceramica d’Arte e le Mostre Mercato della Ceramica di Faenza e della Ceramica di Antiquariato.

Situato nell’edificio ricostruito nei locali dell’ex Convento delle monache camaldolesi di S. Maglorio, il museo è diventato un importante centro culturale di ricerca e di documentazione per la ceramica di tutto il mondo e propone al pubblico un’ampia selezione di quanto è stato prodotto dall’antichità classica fino ai giorni nostri.

Questa arte tramandata nel tempo vive ancora oggi grazie alle numerose botteghe in attività, concentrate soprattutto nel centro storico, che offrono al turista la possibilità di un acquisto unico, frutto delle abili mani degli artisti faentini.

Legato alla tradizione della ceramica è nato il Mondial Tornianti, una singolare manifestazione che vede gareggiare i migliori ceramisti provenienti da tutto il mondo. Al maestro torniante che realizza, con la stessa quantità di argilla, il cilindro più alto e la ciotola più larga nel tempo di 20 minuti ciascuna viene assegnato il titolo di campione mondiale.

Faenza fa parte della Strada Europea della Ceramica, un percorso culturale certificato dal Consiglio d’Europa che intende valorizzare il patrimonio culturale legato alla produzione della ceramica e alla sua antica tradizione, creando un’offerta turistica sostenibile e competitiva basata sulle produzioni e collezioni artistiche e sull’intero sviluppo culturale e sociale.

Foto: Persepolismo

La visita alla “città della ceramica” non è completa senza aver colto in un sol sguardo l’insieme di Piazza del Popolo, con i suoi caratteristici portici, e Piazza della Libertà che racchiudono i principali monumenti cittadini: la Cattedrale, imponente edificio rinascimentale disegnata dal fiorentino Giuliano da Maiano; la fontana monumentale di gusto barocco opera di Domenico Paganelli, autore anche della vicina Torre dell’Orologio, distrutta durante la seconda guerra mondiale e ricostruita fedelmente; i medioevali Palazzo del Podestà, antica residenza della Magistratura Comunale, e Palazzo Municipale, già reggia dei Manfredi, da cui si accede alla Corte della Molinella su cui si affaccia il Teatro Masini, della fine del ‘700, progettato e realizzato dall’architetto Pistocchi.

 

Articolo pubblicato su piunotizie.it.

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admin Aprile 28, 2022

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