Certa è la presenza degli Etruschi, seguiti dai Galli Boi e Lingoni, nel territorio di Bagnara di Romagna, interessante centro del settore nord occidentale della pianura alluvionale che circonda Ravenna. Qui la centuriatio romana è evidente ancora oggi, con la via Longa, il cardo maximus di Bagnara, perpendicolare alla via Emilia.
Distrutta nel 1222 dai guelfi bolognesi in lotta contro Imola, che al tempo possedeva il “castello” di Bagnara, la città fu ricostruita attorno allo scomparso Oratorio di San Giovanni su cui venne eretta nel 1484 la Chiesa Arcipretale dei SS. Giovanni e Andrea. La chiesa, trasformata ed ampliata prima nel XVII sec. e successivamente nel XVIII sec. dall’architetto imolese Cosimo Morelli, conserva, oltre al fonte battesimale in pietra e al portale di tabernacolo in arenaria del XV sec., la statua della Madonna del Voto, una terracotta policroma dello stesso periodo, rinvenuta nell’argine del fiume Santerno. In seguito alla delibera consiliare del 1631, per l’avvenuta preservazione dalla peste, fu istituita la festa annuale del Pubblico Voto che si celebra nel mese di luglio.
Luogo fortificato già nel 1129, come testimonia una bolla papale, Bagnara è l’unico esempio di “castrum” medievale integralmente conservato della pianura emiliano-romagnola. La fortificazione dell’abitato ha avuto sempre la massima importanza, dovuta soprattutto alla posizione strategica rispetto Imola che provocò numerose lotte tra le varie famiglie potenti per il suo possesso, tanto da subire numerose modifiche fra cui la costruzione del mastio da parte di Caterina Sforza. Di notevole interesse oggi sono il mastio e il cortile centrale, restituito all’aspetto rinascimentale, alcuni ambienti interni con i soffitti lignei originali, i supporti di ferro del ponte levatoio posto a mezzogiorno, i bei loggiati sulle cortine di levante e settentrione, il pozzo di riserva idrica e la scala a chiocciola formata da 78 monoliti in arenaria sovrapposti. Attualmente sede del gabinetto del sindaco e degli uffici comunali, merita una visita anche per la sala consiliare dove è possibile ammirare otto dipinti di scuola bolognese del XVII e XVIII sec.