Foto: Domenico Bressan

Bagnacavallo sorge sulla via San Vitale, vecchia strada medioevale che collega Ravenna con Bologna, tra i fiumi Senio e Lamone. Sembra che il suo nome, che risale all’alto Medioevo, derivi proprio da un guado che andava valicato a cavallo per raggiungere il paese.

Foto: Torre Civica - Domenico Bressan

Bagnacavallo mantiene ancor oggi intatto l’assetto medioevale con una struttura a raggiera che ha il suo fulcro in Piazza della Libertà. Modificata alla fine del XVIII sec., racchiude il Palazzo Comunale del XVIII sec., realizzato su progetto di Cosimo Morelli, il Teatro Comunale dedicato a Carlo Goldoni, inaugurato nel 1845, con affreschi ottocenteschi, il Palazzo Vecchio, antica sede comunale,  e la Torre Civica, alta 35 metri ed eretta nella metà del XIII secolo.

Per diversi secoli il piano inferiore della torre venne utilizzato come prigione; qui fu imprigionato nel 1849 il brigante Stefano Pelloni, noto come Il Passatore, un soprannome derivante dal mestiere di suo padre che faceva il traghettatore sul fiume Lamone.

Adiacente alla piazza si trova la Chiesa del Suffragio, edificio in stile barocco con la facciata in mattoni a vista.

Nascosta dagli edifici attigui è un’altra piazza edificata nel XVIII sec. dalla singolare forma ellittica: Piazza Nuova. Caratteristica ed originale, presenta un porticato con un susseguirsi di trenta archi a tutto sesto su pilastri squadrati dove si affacciavano le botteghe dei macellai, dei pescivendoli e della vendita dell’olio. Pensata per soddisfare le esigenze di razionalità ed igiene, questa piazza rappresenta un particolare esempio di centro attrezzato per il commercio.

Utilizzata ai nostri giorni per manifestazioni ed eventi culturali e come arena cinematografica estiva, ospita anche alcune botteghe artigiane e una bella osteria che propone una cucina del territorio, stagionale e ricca di tradizioni e una cantina che si avvale dalle migliori etichette romagnole.

Foto: Piazza Nuova - Federica Tamburini

Nell’edificio che fu, dalla seconda metà del ‘700 al 1971, il Convento delle monache di clausura Cappuccine, ha sede il Centro Culturale Polivalente che offre una biblioteca moderna e storica, una sezione etnografica con numerosi oggetti ed attrezzi del lavoro contadino, una sezione scientifico-naturalistica con diverse raccolte di minerali, rettili, insetti e molluschi, una sezione archeologica con reperti di epoca romana rinvenuti in zona e una pinacoteca antica, moderna e contemporanea che raccoglie anche opere di Bartolomeo Ramenghi. Pittore nato a Bagnacavallo nel 1484 si formò successivamente a Bologna dove morì. Il suo stile caratterizzato dalla dolcezza un po’ manierata della pittura ferrarese e dalla semplicità della pittura emiliano-romagnola quattrocentesca si può ammirare anche nella Collegiata di San Michele Arcangelo dove è custodita una pala d’altare raffigurante il Redentore e i Santi.

 

A un chilometro dal centro si trova la Basilica di San Pietro in Sylvis, bell’esempio di architettura esarcale (VII sec.), il cui nome attesta che l’edificio fu costruito al limitare di una selva. La facciata, estremamente semplice con lesene che rimarcano la tripartizione interna, è in mattoni a vista alleggerita da un’elegante bifora. A pianta rettangolare suddivisa in tre navate, è decorata con affreschi trecenteschi di scuola riminese.

Al centro del presbiterio sopraelevato spicca un altare a cippo in marmo greco della fine del VI sec. Un frammento curioso è quello della cosiddetta Madonna dal profilo dantesco, quasi un omaggio al Sommo Poeta che forse si fermò a pregare in questa chiesa nel suo viaggio verso Ravenna.

Articolo pubblicato su piunotizie.it.

Condividi questo articolo